Tutto sulla scadenza IMU 2024: guida completa per non farsi cogliere impreparati

Il 16 dicembre 2024 rappresenta una data cruciale per molti italiani: è il termine ultimo per il pagamento della seconda rata dell’IMU, un’imposta che grava su proprietari di immobili, fabbricati, aree e terreni.

Nonostante l’abitazione principale risulti generalmente esente, è bene conoscere i dettagli per evitare problematiche e sanzioni per ritardi e inadempienze. Scopriamo ora insieme cos’è esattamente l’IMU, chi deve pagarla e come calcolarla e pagarla senza intoppi.

Che cos’è l’IMU?

L’IMU, che sta per Imposta Municipale Propria, è stata approvata dal Governo italiano nel 2011 attraverso il Decreto Legge numero 201, il quale è meglio conosciuto con il nome di “Salva Italia”. La legge, successivamente, è stata convertita in Legge n. 214 del 2011, ed è diventata effettiva a partire dal 1° gennaio 2012. Questa tassa patrimoniale ha sostituito l’ICI e, in certe circostanze, anche l’IRPEF per quegli immobili che non vengono locati. Non a caso, l’imposta ha come scopo principale quello di fornire agli enti locali maggiori entrate per servire le loro esigenze finanziarie. Una cosa importante da sapere è che l’IMU si applica a tutti i tipi di immobili, compresi fabbricati e terreni, però è esente per la maggior parte delle abitazioni principali, a meno che non siano classificabili come immobili di lusso. Infatti, a differenza dell’ICI, questo sistema di tassazione ha ampliato le aliquote e i moltiplicatori per calcolare la base imponibile, dando anche maggiore autonomia ai Comuni nella determinazione delle aliquote in base alle loro necessità economiche.

Come si calcola l’IMU 2024?

Calcolare l’IMU per il 2024 richiede alcuni passaggi specifici, primo tra tutti la definizione della base imponibile. Iniziamo col dire che la base imponibile si ricava moltiplicando la rendita catastale presente nella visura catastale dell’immobile stesso per un 5% e poi per un moltiplicatore, il quale varia a seconda della categoria catastale dell’immobile. Ad esempio, per le abitazioni non di lusso, il moltiplicatore è di 160. Su questa base imponibile, verrà poi applicata l’aliquota stabilita dal Comune di residenza, che in genere è dello 0,76%. Eppure, i singoli Comuni possono modificare tale aliquota, portandola fino a un massimo dell’1,06%. Per l’abitazione principale, qualora soggetta all’IMU, c’è un’aliquota ridotta ed esiste una detrazione fissa di 200 euro. Inoltre, se si hanno figli a carico che abbiano meno di 26 anni e vivano con il genitore, si possono richiedere ulteriori detrazioni.

Gli immobili soggetti all’IMU e chi deve pagare

L’IMU deve essere versata dai proprietari di seconde case, aree edificate, fabbricati commerciali e anche terreni agricoli non coltivati. Chi è responsabile del pagamento include anche chi ha immobili dati in uso gratuito ai parenti, a meno che non si rispetti un requisito di residenza specifico stabilito dai Comuni. Le abitazioni principali che rientrano nelle categorie catastali A1, A8 e A9, considerati immobili di lusso, dovranno subire l’imposta, mentre le abitazioni principali in altre categorie godono generalmente di esenzione. Questo meccanismo di tassazione è quindi piuttosto preciso e bisogna stare attenti a verificare il proprio status per evitare sorprese.

Modalità di pagamento dell’IMU entro il 16 dicembre 2024

Effettuare il pagamento dell’IMU è semplice, e ci sono diverse modalità per assicurarsi di rispettare la scadenza del 16 dicembre 2024. Il modo più comune è l’utilizzo del Modello F24, che consente di pagare in banca, presso gli uffici postali oppure online tramite i portali di banche. Un’alternativa è il bollettino postale, che richiede di compilare meticolosamente il codice catastale del proprio Comune e le informazioni sull’immobile. Infine, alcuni Comuni offrono la possibilità di utilizzare la piattaforma digitale PagoPA, che facilita il processo di pagamento rendendolo più rapido e tracciabile. È fondamentale, prima di effettuare il pagamento, verificare l’importo dell’imposta tramite appositi calcolatori presenti sui siti ufficiali dei Comuni o consultando il proprio consulente fiscale.

Chi ha diritto all’esenzione IMU 2024?

In merito alle esenzioni dall’IMU, esistono varie categorie che possono beneficiarne. Prima di tutto, le abitazioni principali, ad eccezione di quelle di lusso, non sono soggette all’imposta. Vale a dire, solamente le abitazioni utilizzate come residenza dal proprietario e dal nucleo familiare sono esenti. Inoltre, gli immobili di proprietà di enti non profit, utilizzati per scopi sociali, culturali, assistenziali o sanitari, sono esclusi dall’IMU purché non siano destinati a scopi di tipo commerciale. Anche i terreni agricoli di proprietà e coltivati da agricoltori professionisti iscritti nella previdenza agricola beneficiano dell’esenzione. Infine, alcune proprietà concesse in comodato d’uso a parenti possono ricevere una riduzione della tassa, a patto che il comodante e il comodatario vivano nello stesso Comune e rispettino le condizioni previste dalle normativi locali.

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Cittadini AIRE e pagamento dell’IMU

Un’area di particolare interesse riguarda i cittadini italiani iscritti all’AIRE e la loro responsabilità in merito all’IMU. Per il 2024, costoro sono tenuti a pagare l’imposta sugli immobili che possiedono in territorio italiano. Tuttavia, esistono alcune eccezioni e possibilità di riduzione. Per esempio, i cittadini AIRE che ricevono una pensione proveniente da convenzioni internazionali con l’Italia possono avere diritto a uno sconto del 50% su un solo immobile, sotto la condizione che questo non sia affittato o dato in comodato d’uso. Per i residenti AIRE che non ricevono pensione, non ci sono agevolazioni particolari e l’intero importo dell’IMU è dovuto per gli immobili in Italia. I pagamenti, come per gli altri contribuenti, devono avvenire tramite il modello F24 o bonifico diretto al Comune, seguendo le scadenze stabilite .

Ritardo nel pagamento dell’IMU: cosa succede?

Se il pagamento dell’IMU non avviene entro la scadenza del 16 dicembre, non è tutto perduto: è possibile ricorrere al ravvedimento operoso. Si tratta di un procedimento che permette di regolarizzare la propria posizione entro determinati limiti, pagando una sanzione ridotta. A secondo di quanto tempo passa dalla scadenza, la sanzione varia. Fino a 14 giorni di ritardo si applica una sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo. Per chi regolarizza entro i 30 giorni, la sanzione è dell’1,5% dell’imposta non versata. Tra 30 e 90 giorni, la sanzione aumenta all’1,67%. Infine, per ritardi che superano i 90 giorni, la sanzione diventa del 3,75%, ma solo fino all’anno successivo. Ogni contribuente dovrebbe prestare attenzione a queste tempistiche per evitare oneri aggiuntivi e ulteriori problematiche.

Published by
Rosalia Gigliano