Fargeat fa il colpaccio scegliendo Demi Moore come protagonista del suo nuovo film.
L’attrice, che negli anni è diventata un’icona di bellezza a Hollywood, interpreta un personaggio intrigante che riflette temi contemporanei legati all’identità e alla fama. La trama, avvincente e ricca di colpi di scena, porta il pubblico a riflettere sulle ossessioni e l’autoaccettazione, regalando un’opera che lascia il segno.
Demi Moore, con il suo volto che sembra a metà tra il meraviglioso e il mostruoso, emerge nei panni di Elisabeth Sparkle, una star di Hollywood ormai dimenticata. Con un passato brillante, che include un Oscar e la stella sulla famosa Hollywood Walk of Fame, Liz si ritrova a dirigere un banale corso di aerobica in televisione. A cinquant’anni, l’unica emozione che anima la sua vita è l’odio verso se stessa, un sentimento profondo che la attanaglia. Ma la Fargeat non si perde in spiegazioni psicologiche dettagliate, piuttosto affronta questa complessità in modo più leggero e incisivo.
La Moore esprime le contraddizioni del suo personaggio: abituata a essere al centro dell’attenzione, ora vive nel terrore di essere abbandonata e dimenticata. La scelta di mostrare il mondo interiore di Liz con toni leggeri offre uno spunto intrigante, permettendo allo spettatore di entrare nella mente di un’icona in decadenza.
L’attrice utilizza il suo carisma magnetico non solo per rappresentare una figura triste e dimenticata, ma riesce a trasmettere, in qualche modo, anche una sorta di vulnerabilità che rende il personaggio ancor più credibile. La mancanza di supporto e approvazione diventa presto il catalizzatore principale della sua crisi personale.
La vita di Liz, una volta scintillante, è ora a rischio di diventare grigia, specialmente dopo l’incontro con Harvey, il produttore interpretato da Dennis Quaid. Questo personaggio, viscido e misogino, rappresenta l’aspetto più marcio della Hollywood degli anni ’80, ma anche della società contemporanea. Il giorno del cinquantesimo compleanno di Liz, Harvey la liquida come se fosse un prodotto scaduto, gettandola nel baratro dell’insicurezza. Questo forte evento segna un punto di non ritorno nella vita di Liz e getta le basi per una trasformazione che la porterà a scelte estreme.
Le allusioni all’uso di sostanze e la pressione incessante di rimanere al passo con i tempi risultano temi ricorrenti nel film, e creano un quadro oscuro della Hollywood patinata. In questo contesto, Liz si imbatte in una figura misteriosa che le propone una soluzione bizzarra e inquietante: attraverso l’utilizzo di un liquido speciale, Liz potrà partorire un clone più giovane e attraente di sé stessa, Sue. Questa nuova vita si basa su un accordo malsano, in cui ciascuna delle due donne avrà soltanto una settimana per esistere prima di dover cedere il passo all’altra.
Il gioco di potere tra Liz e Sue si rivela subito vulnerabile e instabile. Mentre Liz è disperata e abituata a cedere il passo al passato, Sue rappresenta la gioventù e l’ambizione. Questa simbiosi forzata, che mira a un equilibrio precario, porta a conflitti inaspettati. Sue, lungi dall’accettare questa vita a metà, si ribella e chiede di vivere pienamente. La scelta di vivere a metà le sta stretta, e ben presto intraprende una lotta per affermare la propria esistenza.
Il tema della competizione e del desiderio di affermazione emerge in modo chiaro, mettendo in luce le fragilità di entrambe le donne. Sue vede Liz non come una compagna, ma piuttosto come un parassita che limita la sua libertà. Attraverso questo scambio complesso, il film tocca le corde dell’ego, dell’ambizione e della necessità di essere riconosciuti per chi realmente si è, al di là delle apparenze.
Questo racconto di lotta interna e rivalità riflette anche la più ampia narrativa della società moderna, in cui l’idea di successo può rapidamente trasformarsi in prigione. Le pressioni sociali e il culto dell’immagine diventano così protagonisti in una storia di identità e sopravvivenza, rivelando il sottotesto drammatico che pervade la pellicola.
Il film si sviluppa così come un intenso viaggio di scoperta, affrontando questioni complesse in modo sorprendente e coinvolgente, lasciando il pubblico a riflettere sugli effetti deleteri delle aspettative sociali e sulla ricerca di una vera accettazione di sé.