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Sdi, il segreto della banca dati delle forze dell’ordine che è stato “violato”

Un’inchiesta della Procura di Milano sta rivelando dettagli stupefacenti su una violazione della sicurezza informatica che coinvolge il Sistema di indagine del ministero dell’Interno.

Un gruppo di esperti informatici è riuscito a penetrare questo sistema, il più riservato delle forze dell’ordine italiane, utilizzando un virus altamente sofisticato e la complicità di persone infiltrate nel team di manutenzione. La società coinvolta, Equalize srl, diretta dall’ex poliziotto Carmine Gallo, sembra aver orchestrato una vera e propria operazione di hacking a danno della sicurezza nazionale.

La scoperta di questa violazione ha dell’incredibile. In base a quanto riportato, il gruppo ha sfruttato un malware di tipo Rat , che consente un accesso remoto ai computer. Attraverso questo sistema, erano in grado di “scaricare i dati direttamente dalla banca dati del ministero dell’Interno”. Purtroppo, il sistema ha mostrato vulnerabilità che potevano essere sfruttate non solo da esperti informatici, ma anche grazie alla complicità di membri della squadra di manutenzione. Questi dettagli, emersi dalle intercettazioni pubblicate da Corriere della Sera, pongono interrogativi seri sulla sicurezza dei dati delle forze dell’ordine.

Le indagini sono sotto il coordinamento del pubblico ministero Francesco De Tommasi e del suo staff, che hanno identificato diverse figure chiave coinvolte. In particolare, Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, è tra gli indagati, così come Carmine Gallo stesso e Nunzio Samuele Calamucci, noto esperto informatico. La variazione delle figure coinvolte in questa faccenda crea un contesto intrigante, e solleva domande su come sia stato possibile per un gruppo di operatori del settore sicurezza bypassare un sistema così delicato.

L’importanza cruciale dello sdi

Per capire appieno l’impatto di questa violazione è fondamentale esplorare cosa rappresenta realmente lo Sdi. Con 13 aree applicative strategiche, lo Sdi si dimostra essere un sistema informativo articolato che gestisce una vasta gamma di informazioni. Queste vanno dalla gestione delle armi fino al monitoraggio dei permessi di soggiorno, passando per il controllo degli stranieri e le informative di polizia.

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Il cuore pulsante del sistema ruota attorno all’area “Informative”, che raccoglie tutte le denunce cittadine e le attività delle forze dell’ordine. In pratica, rappresenta un canale fondamentale dove confluiscono tutte le comunicazioni provenienti dalle denunce dei cittadini. Queste segnalazioni possono riguardare un’ampia gamma di situazioni, da persone scomparse a veicoli rubati, creando quindi una rete essenziale per la sicurezza pubblica.

In aggiunta, c’è il “Sistema utente investigativo” , un motore di ricerca interno che permette agli investigatori di incrociare informazioni provenienti da differenti fonti. Grazie a questo sistema, un agente può facilmente ottenere dati cruciali, come la verifica di precedenti penali o lo stato di un veicolo sospetto. Inoltre, il sistema ha la capacità di connettersi ad altre banche dati esterne, creando così un vasto panorama informativo per le forze di polizia. Ciò che è ora evidente è quanto questa violazione possa avere gravi ripercussioni non solo per le forze dell’ordine, ma anche per la sicurezza della cittadinanza. Un colpo di scena che mette in luce vulnerabilità impensabili.

Published by
Rosalia Gigliano