Saluto romano a scuola: cosa si nasconde dietro la foto virale di due alunni con maglia nera e braccio teso

I corridoi di un liceo romano hanno recentemente visto un episodio che ha destato scalpore e dibattito. Due studenti, immortalati in una foto con il braccio alzato simile al saluto romano, hanno suscitato un’ondata di indignazione tra compagni e insegnanti.

La foto, in cui i ragazzi indossano maglie nere, è diventata virale, diffondendosi rapidamente nelle chat scolastiche e accendendo un raro fervore collettivo. Lo striscione in background, con le parole “Prendi nota, prendi atto, è ora di riscatto!“, ha amplificato il significato del gesto, sollevando interrogativi su cosa sta accadendo nelle scuole, luoghi in cui si dovrebbe insegnare il rispetto e la tolleranza.

La denuncia della Rete degli studenti medi

La Rete degli studenti medi non ha tardato a commentare l’accaduto, considerandolo non un evento isolato, ma piuttosto un sintomo di un problema più profondo. La richiesta della Rete è chiara e diretta: sciogliere tutte le organizzazioni giovanili neofasciste. Questi gruppi, secondo la Rete, mettono a rischio i principi fondamentali della democrazia nelle scuole. Non si tratta solo di un gesto isolato, ma di una realtà che, se non affrontata, potrebbe minacciare il tessuto educativo e sociale della comunità studentesca. La preoccupazione è che tali atteggiamenti possano proliferare se non si prenderanno misure decisive. La Rete chiede anche il ritiro delle candidature o, nel peggiore dei casi, le dimissioni di coloro che hanno legami con tali organizzazioni. È un appello che cerca di ristabilire ordine e rispetto all’interno delle aule scolastiche.

La ferma condanna dell’Ufficio Scolastico Regionale

L’episodio ha sollevato le reazioni anche di figure istituzionali. Anna Paola Sabatini, direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, ha espresso una ferma condanna nei confronti di quanto successo. Parlando con ANSA, ha descritto il gesto come “inaccettabile“, sottolineando l’importanza dell’ambiente scolastico come luogo di educazione e crescita.

Sabatini ha ricordato che la scuola deve essere un santuario di inclusione e rispetto, e che la riproduzione di simboli di odio è in contraddizione con i valori che si dovrebbero trasmettere agli studenti. Ulteriormente, si è mostrata preoccupata dal fatto che l’episodio sia avvenuto durante l’orario scolastico, evidenziando così il bisogno di una riflessione profonda su quali sono i valori che si stanno proponendo ai giovani ragazzi. La scuola ha avviato un’indagine approfondita per scoprire tutti i dettagli e applicare eventuali misure disciplinari.

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Precedenti preoccupanti nella Capitale

L’episodio non è un unicum isolato. Nelle scorse settimane, la Capitale ha visto emergere altre situazioni simili, creando un contesto di allerta crescente. Solo a luglio scorso, è stato un docente di filosofia e storia a mettere in atto un gesto simile: il saluto romano. Un comportamento che ha destato proteste e preoccupazioni all’interno della comunità scolastica. Un video registrato un anno fa ha mostrato studenti che, in aula, si alzavano in piedi sui banchi per riprodurre lo stesso saluto, con la complicità di un docente che non è sembrato minimamente disturbato da tali atti.

Approfondire questa situazione è fondamentale; è necessario capire come e perché questi atteggiamenti possano manifestarsi all’interno delle scuole e cosa si può fare per garantire che non accadano più. La necessità di affrontare temi delicati come questi è più attuale che mai, e la comunità educativa deve unirsi per promuovere un messaggio di rispetto e tolleranza, fondamentale in una società democratica.

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Rosalia Gigliano