Ogni Stato, generalmente, si trova a dover affrontare un bilancio non sempre in pareggio.
Insomma, le uscite superano frequentemente le entrate, spingendo i governi a richiedere prestiti. Questi possono provenire sia da enti pubblici che da privati. Il debito pubblico, che corrisponde alla somma di denaro che uno Stato deve ai suoi creditori, gioca un ruolo cruciale per garantire la crescita economica. Scopriamo insieme perché il debito è considerato indispensabile per lo sviluppo di uno Stato e come viene gestito.
Perché il debito pubblico è importante per l’economia
Il debito pubblico rappresenta la totalità dei fondi che uno Stato deve restituire a chi ha prestato denaro, e di solito viene espresso come percentuale rispetto al Prodotto Interno Lordo nazionale. Inserendo questo dato in un contesto strategico, possiamo osservare che quando un governo spende più di quanto incassa tramite tasse e altre fonti di entrata, è obbligato a contrarre debiti per colmare il divario. Per fare ciò, emette Titoli di Stato, ovvero obbligazioni con varie scadenze: brevi, medie e lunghe. Quest’ultimo strumento è fondamentale per sostenere la spesa pubblica e garantire i servizi ai cittadini.
Analizzando la situazione dell’Italia, il debito pubblico ha raggiunto cifre considerevoli. A metà agosto 2024, il debito delle Amministrazioni pubbliche si è attestato attorno ai 2.962.499 milioni di euro. Questo fa capire che nonostante il capitale proveniente dalle tasse e dalle altre entrate, lo Stato ha accumulato un debito ingente, necessitando quindi di far fronte a obbligazioni passate.
L’importanza del rapporto Debito/PIL
Il debito pubblico non è semplicemente una cifra isolata; viene confrontato con il PIL di un Paese per fornire una visione chiara della sua salute economica. Questo rapporto è un indicatore importante: quando le spese superano le entrate annuali , il governo deve chiedere prestiti per equilibrarsi. È cruciale calcolare le spese totali, che non includono solo i pagamenti per i servizi, ma anche gli interessi sul debito esistente.
Quando parliamo di regole fondamentali di riferimento, eccoci a sapere che non si dovrebbe superare il 3% di deficit sul PIL, a meno che eventi straordinari non giustifichino tale scostamento . Ancora più significativo è che il debito pubblico non può superare il 60% del PIL. Nel caso dell’Italia, il rapporto Debito/PIL al 31 dicembre 2023 segna un picco del 134,80%, portando il governo a dover pianificare misure di aggiustamento.
Chi beneficia dei prestiti pubblici?
Per colmare i deficit, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso il suo dipartimento dedicato, emette Titoli di Stato. Questi titoli sono accessibili a una varietà di investitori, dalle banche private agli investitori individuali, fino ai fondi comuni di investimento. In Italia, ci sono otto categorie principali di Titoli di Stato, a disposizione tanto di singoli cittadini quanto di istituzioni finanziarie.
In generale, i creditori che finanziano il governo si aspettano un ritorno sul loro investimento, che si traduce in un tasso di interesse applicabile e nel rispetto di una scadenza per il rimborso. Inoltre, in situazioni di crisi economica, organizzazioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale possono intervenire, concedendo prestiti in cambio di misure economiche specifiche.
Come il debito sostiene lo sviluppo economico
Sembra un controsenso, ma indebitarsi può rivelarsi cruciale per la crescita economica. Tutto ciò chiama in causa le ragioni per cui un governo opta per il prestito. Spesso, i fondi raccolti vengono utilizzati per avviare progetti infrastrutturali come strade, ponti e ospedali. Queste opere non solo migliorano la qualità della vita dei cittadini, ma stimolano anche l’economia nel lungo periodo.
In periodi di difficoltà, il debito può rappresentare uno strumento di stimolo economico. Sussidi e programmi di lavoro, finanziati tramite prestiti, possono aiutare a percorrere momenti difficili e sostenere l’occupazione e la domanda di beni e servizi. Anche le spese per servizi pubblici essenziali, come sanità e istruzione, vengono spesso coperte attraverso il debito, contribuendo a elevare la produttività della forza lavoro.
Un uso accorto della leva del debito può persino facilitare gli investimenti in progetti con rendimenti superiori ai costi di indebitamento stesso. Dunque, attraverso un debito ben gestito, uno Stato è in grado di affrontare anche situazioni di inflazione o instabilità economica, evitando di aumentare le tasse nel breve termine. D’altronde, se il debito non è controllato, si corre il rischio di trovarsi di fronte a un default finanziario.