Il dibattito sulle recenti riforme della giustizia è più acceso che mai. In particolare, il DDL 1660, noto anche come “Pacchetto Sicurezza”, attira l’attenzione di avvocati, politici e cittadini. Nonostante le proteste e le richieste di incontri al Ministero della Giustizia, il cammino legislativo di questo disegno di legge continua, portando con sé una serie di polemiche e reazioni forti.
Il 18 settembre 2024 è una data che segna un punto cruciale nel panorama giuridico italiano. In quella giornata, il DDL AC 1660-A è stato approvato dalla Camera dei Deputati, suscitando subito interrogativi e timori. Questo disegno di legge si propone di apportare modifiche alle leggi sulla sicurezza pubblica, il personale in servizio e persino sul trattamento delle vittime dell’usura. Tuttavia, la questione principale è che ora il testo è pronto per essere esaminato dal Senato, dove ci si aspetta che le discussioni e i ferventi dibattiti continuino. Le tensioni aumentano, considerando che il tema della sicurezza è molto delicato e spesso sensibile nell’opinione pubblica. La proposta di legge, infatti, è vista da molti come uno strumento per ingrandire il potere delle autorità, potenzialmente a discapito di diritti fondamentali. In tale contesto, la preoccupazione dell’Unione delle Camere Penali Italiane risuona forte, alimentando contestazioni e manifestazioni concrete.
Le iniziative di denuncia da parte dell’Unione delle Camere Penali
Nel corso dell’incontro del 24 settembre 2024, il Ministro della Giustizia ha ascoltato le preoccupazioni dell’Unione, la quale ha espresso una ferma opposizione alla filosofia di fondo del DDL 1660. Secondo i legali, questa iniziativa legislativa rappresenta una vera e propria minaccia, un modo per aumentare la “pan-penalizzazione” e quindi criminalizzare comportamenti che fino a quel momento non erano considerati modificabili in senso penale. Con l’adozione di nuove norme, ci si avvia verso una crescita esponenziale delle sanzioni per reati che, secondo gli avvocati, non avrebbero dovuto rientrare in tale sfera. Inoltre, l’introduzione di ulteriori ostatività alla concessione di benefici penitenziari preoccupa tantissimo. Non solo, ma si contempla anche la potenza crescente della Polizia giudiziaria, che avrà, addirittura, l’autorità di portare armi non ufficialmente dotate. Ciò che si teme è una nuova tensione nel rapporto tra i cittadini e lo Stato, una inversione dei valori di libertà fondamentali. Questo pacchetto legge sembra voler invece accentuare un approccio basato su una sicurezza illusoria piuttosto che su un giusto equilibrio tra diritti e doveri. L’Unione ricorda che la ragionevolezza e la proporzionalità, colonne portanti del diritto penale moderno, possono essere messe a rischio.
La delibera dell’Unione: astensione dalle udienze
In un forte segnale di protesto, l’Unione ha deciso che l’astensione dalle udienze e da qualsiasi attività giuridica nel settore penale sarà in vigore dal 4 al 6 novembre 2024. Anche se alcuni circondari, come quello di Paola e Castrovillari, hanno programmato astensioni in date diverse, la portata della delibera è comunque netta. Gli avvocati vogliono far sentire la loro voce e non hanno timore di manifestarla pubblicamente. È un’iniziativa che non si limita solo a un gesto simbolico, ma una vera e propria richiesta di ascolto da parte di chi lavora nel settore. Viene ribadito, da parte dell’Unione, che la protesta non riguarda solo gli avvocati, ma coinvolge tutta la collettività. Si tratta di un “richiamo alle armi” e una chiamata ad un movimento più ampio, che possa unire diverse categorie e sensibilità sociali per fronteggiare un rischio di illiberalismo che potrebbe modificare per sempre il sistema giuridico e la democratizzazione della giustizia in Italia.
La manifestazione: verso Roma per un confronto
Il 5 novembre 2024 si preannuncia una giornata di grande attivismo e coinvolgimento. Una manifestazione nazionale a Roma, presso il Centro Congressi “Roma Eventi Fontana di Trevi”, vedrà riuniti professionisti della giustizia, accademia e sostenitori dei diritti civili. Sarà un momento cruciale per aprire un dibattito sui temi e le norme che si intendono approvare, con lo scopo di sollecitare il Parlamento a rivedere e riformulare i concetti contenuti nel DDL. L’intento è quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui potenziali danni che potrebbe arrecare una legge così restrittiva, che mina al cuore della democrazia e dei diritti individuali. Durante la manifestazione saranno messi in luce gli aspetti più rischiosi di questo pacchetto sicurezza e, al contempo, si cercherà di offrire proposte alternative che possano rispettare i principi della Costituzione e i diritti stessi degli individui. La partecipazione è aperta e si auspica una grande affluenza per dimostrare come le questioni giuridiche non riguardino solo gli addetti ai lavori, ma l’intera società civile. Tutti sono chiamati a guardare con attenzione e a farsi sentire in questo dibattito fondamentale per il futuro del paese.