Manovra 2025: Meloni e ministri non convincono i sindacati. Sciopero generale il 29 novembre

Nonostante le aspettative, il meeting del 11 novembre tra governo e sindacati non ha portato a risultati di rilievo sul disegno di legge di bilancio.

A presiedere l’incontro era la premier Giorgia Meloni, affiancata da figure chiave come il vicepresidente Antonio Tajani e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Erano presenti anche i ministri delle Imprese e del Made in Italy, del Lavoro, dell’Istruzione, della Salute e della Pubblica Amministrazione, oltre a diversi sottosegretari. Dall’altro lato, i sindacati erano rappresentati da un ampio spettro di associazioni, tra cui Cgil, Cisl e Uil, insieme a numerosi altri gruppi, tutti uniti in un clima di crescente tensione.

Al termine del confronto, Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale previsto per il 29 novembre in opposizione alla manovra governativa. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha sottolineato come il governo, pur presentando il piano in Parlamento, non abbia realmente aperto spazi significativi per modifiche. Ha definito la legge di bilancio come “pessima”, affermando che non fornisce soluzioni concrete né prospettive per il futuro del Paese. La questione degli aumenti salariali per il pubblico impiego ha dato vita a un acceso dibattito. Landini ha evidenziato che un incremento del 6% non è sufficiente considerato che l’inflazione ha raggiunto il 17%.

Inoltre, ha messo in evidenza come le uniche spese crescenti nel bilancio riguardano il settore difensivo, con una denuncia sull’assenza di simili richieste per altri settori fondamentali come la sanità e l’istruzione. Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, ha confermato la posizione di sciopero, evidenziando che, anche se c’è stata apertura al dialogo, le differenze fondamentali rimangono incolmabili, in particolare in merito a salari e pensioni. Ha ironicamente citato un regalo a Meloni, suggerendo che l’uso di una calcolatrice potrebbe aiutare nella complessità delle operazioni economiche.

La Cisl e un approccio meno critico

Rispetto ad altre sigle, la Cisl ha adottato una posizione più conciliativa nei confronti del governo. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ha dichiarato che i ministri presenti hanno mostrato completa disponibilità nel discutere le questioni sollevate. Le richieste principali della Cisl includono l’annullamento del taglio degli organici scolastici e la revisione del blocco parziale per quanto riguarda il turnover nel settore pubblico. Sbarra ha anche accennato a richieste di aumenti per le pensioni minime e per il fondo dedicato alla non autosufficienza.

Queste richieste riflettono una necessità di compiere passi concreti per sostenere i cittadini più vulnerabili, in particolare in un contesto di crescente tensione sociale legata all’insicurezza economica. C’è, infatti, un dibattito acceso sul futuro della legge di bilancio e sull’adeguatezza delle risorse destinate al settore pubblico, che continuano ad essere oggetto di dispute tra le varie organizzazioni sindacali.

Il settore scolastico e le critiche alla manovra

Il comparto scolastico non è esente da tensioni: i sindacati di categoria si sentono trascurati dalla legge di bilancio. La Flc Cgil, ad esempio, è attivamente mobilitata per modificare il piano economico e richiede risorse adeguate per il rinnovo dei contratti di lavoro, il che, a loro dire, è cruciale per il progresso educativo del Paese. La prima azione di mobilitazione è stata pianificata per il 12 novembre, con un presidio a Roma, come segnale di protesta contro le scelte del governo.

La segretaria dello Snals Confsal, Elvira Serafini, ha espresso la sua insoddisfazione riguardo ai fondi previsti per il potenziamento dell’organico scolastico. Le cifre attualmente stanziate non sembrano sufficienti per coprire i reali bisogni, con una previsione di posti di sostegno e di personale scolastico da rivedere. In una situazione in cui la continua evoluzione del sistema scolastico richiede competenze e professionalità sempre più elevate, è fondamentale riconsiderare le modalità di finanziamento attuali.

Sindacati non convocati dalla Meloni – giustiziagiusta.info

Diverse potrebbero anche essere le prospettive delle richieste avanzate dall’Anief, con attenzione particolare a stipendi e indennità di trasferta. L’aspettativa di una pensione dignitosa viene al primo posto, ponendo l’accento su un riconoscimento economico adeguato per il personale attivo nel settore. A questa situazione, si aggiunge la necessità di liberare la mobilità territoriale per garantire che il personale scolastico possa operare in condizioni migliori.

Un futuro incerto e le aspettative sulle prossime mosse

All’interno di questo quadro complesso, i sindacati come Cida e Ugl mantengono la loro attenzione sulle opportunità di dialogo con il governo. Cida, in particolare, ha evidenziato che la manovra attuale sembra focalizzata su esigenze del momento, senza guardare al futuro; un approccio che potrebbe rivelarsi insufficiente per affrontare le sfide che il Paese si trova di fronte. La disponibilità della premier Meloni ad ascoltare alcune proposte, come la previdenza complementare, è stata accolta con interesse, seppur con la consapevolezza che ci sono criticità ancora da risolvere.

L’Ugl, dal canto suo, ha abbracciato una visione di ottimismo, notando che alcuni interventi nella legge di bilancio potrebbero portare benefici tangibili, come la conferma di tagli fiscali e incentivi alla maternità. Tuttavia, anche in questo caso persistono richieste di miglioramento, soprattutto in settori cruciali come la sanità e i servizi pubblici. La combinazione di queste posizioni diverse suggerisce un panorama di attese e di incertezze, in attesa di valutare come si evolveranno le relazioni tra governo e sindacati nei prossimi mesi.

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Rosalia Gigliano