Il figlio maggiorenne percettore di NASpI ha diritto al mantenimento? Scopri cosa dice la legge!

Un caso di diritto di famiglia che ha catturato l’attenzione è quello di un padre che si è opposto a un ordine di mantenimento per la figlia maggiorenne.

La valorizzazione del mantenimento economico è diventata oggetto di discussione, di particolare interesse giuridico e sociale.

La storia inizia dopo il divorzio tra due coniugi, quando il Tribunale ordinò al padre di versare mensilmente 670 euro per un figlio e 250 euro per l’ex moglie. L’uomo ha però impugnato la sentenza, dando il via a un lungo dibattito legale. La Corte d’Appello ha deciso di revocare il mantenimento per il figlio maschio, confermando però quello per la figlia, che si trovava in difficoltà economiche nonostante avesse goduto di un contratto di lavoro a tempo determinato. Il padre ha contestato l’assegno per la figlia, che dal 2019 riceveva anche un sussidio statale, la NASpI.

L’importanza dell’indipendenza economica

Il cuore della questione giuridica ruota attorno alla domanda: quando finisce l’obbligo del genitore di mantenere un figlio maggiorenne? Secondo gli esperti legali e la Corte di Cassazione, il raggiungimento della maggiore età non implica automaticamente la cessazione dell’obbligo di mantenimento. Esistono infatti condizioni specifiche che devono essere soddisfatte, come il raggiungimento dell’autosufficienza economica o la dimostrazione che il figlio ha fatto il possibile per rendersi indipendente. La Cassazione ha stabilito che il lavoro a tempo determinato potrebbe essere considerato un indicatore della capacità del figlio di guadagnarsi da vivere. Tuttavia, la brusca interruzione di un contratto non è sufficiente per far ripristinare l’obbligo di mantenimento.

Cessazione del lavoro e sussidi pubblici

Nel caso di specie, la Corte ha fatto notare come la semplice cessazione di un contratto di lavoro non possa da sola giustificare la riattivazione dell’obbligo di mantenimento da parte del genitore. Inoltre, l’ingresso nel sistema di indennità pubblica come la NASpI ha certamente un ruolo cruciale.

Padre, quando dare il mantenimento ai figli (GiustiziaGiusta.info)

Infatti, sebbene la ragazza percepisca questo aiuto economico, i giudici non hanno considerato questo aspetto nella fruizione del mantenimento. La giurisprudenza è chiara: il genitore non può essere obbligato a mantenere un figlio in modo indefinito, anzi, i sussidi pubblici sono stati creati per offrire una rete di sicurezza per i giovani disoccupati.

Il risvolto sulla questione dell’assegno divorzile

Passando oltre, il padre ha anche contestato l’assegno divorzile a favore dell’ex moglie, affermando che lei fosse economicamente autosufficiente. Tuttavia, le circostanze del lungo matrimonio e il sacrificio della donna nel prendersi cura della famiglia, assieme a problematiche di salute, hanno alimentato la decisione del tribunale di riconoscere un assegno divorzile. Gli eventi del matrimonio, durato oltre vent’anni, e il contributo che la moglie ha offerto alla famiglia, non possono essere semplicemente ignorati.

La decisione finale della Cassazione

Alla fine, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del padre riguardo al mantenimento per la figlia, sottolineando come la precedente decisione avesse trascurato elementi essenziali, come la situazione di lavoro e sussidi ricevuti dalla figlia. La Corte ha ritenuto fondamentale un’analisi più approfondita della situazione economica della ragazza e ha annullato il provvedimento precedente, rimandando il caso a una nuova udienza.

La questione legale in esame si inserisce in un contesto più ampio dove si riflette sul significato di indipendenza economica e responsabilità genitoriale in un’epoca in continua evoluzione.

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