Esistono davvero Paesi senza esercito? Scopri quali sono e perché hanno fatto questa scelta

Nel panorama globale, ci sono nazioni che vivono senza forze militari regolari. Questi Paesi si sono distinti per scelte storiche, culturali e politiche, dove l’assenza di esercito è diventata un segno di identità e di pace.

Che si tratti di decisioni presidenziali o di leggi fondamentali, molte di queste nazioni potrebbero sorprendere. Scopriamo perché certi Stati, dalla Costa Rica al Vaticano, scelgono di percorrere questa strada inusuale.

Sono più di venti i Paesi che possono definirsi “senza esercito” e non è semplice catalogarli, visto che la definizione di questo termine varia da stato a stato. Alcuni rifiutano la creazione di forze militari secondo le loro Costituzioni, mentre altri, come le ex colonie, si affidano alla protezione di nazioni più forti. Questo non significa che un Paese disarmato non possa avere strategie di difesa alternative, per esempio l’uso di forze di polizia o paramilitari. È interessante notare la differenza tra essere senza esercito e mantenere una posizione di neutralità. Un Paese può decidere di rimanere neutrale anche se ha un esercito attivo, come è il caso della Svizzera, che si è distinta per le sue politiche di neutralità, oppure uno stato può avere forze di difesa di vario tipo e non essere neutrale.

Le nazioni che spiccano in questa particolare categoria includono Costa Rica, Islanda, Città del Vaticano, Kiribati e Mauritius, solo per citarne alcune. Queste scelte non sono solo pratiche, ma spesso rappresentano un modello culturale e sociale, dove ci si concentra su aspetti come lo sviluppo umano e la cooperazione pacifica tra stati.

Costa Rica: un esempio di pace attiva

La Costa Rica è probabilmente il caso più emblematico tra i Paesi senza esercito. Nel 1948, dopo un conflitto interno, il governo nuovo decise di abolire le forze armate, promuovendo un passaggio verso la pacificazione e lo sviluppo. La Costituzione del 1949 riflette questa scelta storica, convertendo il budget militare in risorse per l’istruzione e la sanità. Così, la Costa Rica ha creato un’icona di “cultura della pace”, puntando su educazione, sanità e cultura, piuttosto che sulla difesa militare. Un simbolo di questo impegno è l’Università per la Pace, located in Colòn, fondata nel 1980 dalle Nazioni Unite.

Oggi, la Costa Rica non ha un esercito tradizionale, ma ha una forza pubblica civile che gestisce le questioni di sicurezza interna, anche se in misura limitata. In un mondo in cui molti Paesi lottano con bilanci militari sempre più elevati, la Costa Rica dimostra che è possibile optare per un altro paradigma, più focalizzato sulla cooperazione e sulla serenità.

Islanda: sicurezza senza esercito

L’Islanda rappresenta un altro esempio di come non avere un esercito possa funzionare in contesti moderni. Questo Paese europeo, pur essendo un membro della NATO, non ha mai avuto forze militari permanenti. Fino al 1951, gli Stati Uniti si occupavano della sua difesa attraverso un accordo bilaterale. Tuttavia, nel 2006 le forze statunitensi si sono ritirate.

La sicurezza interna dell’Islanda è affidata principalmente alla guarda costiera, che è addestrata non solo per assistere in contesti civili, ma anche per rispondere a eventuali attacchi militari esterni. Degno di nota è l’elenco di Stati senza esercito in Europa, che include anche Monaco, Liechtenstein e San Marino. Questi Paesi, pur essendo piccoli, hanno trovato modi alternativi di affrontare la sicurezza, stabilendo accordi difensivi con altre nazioni, consolidando così una rete di protezione reciproca che dimostra come sia possibile trovare soluzioni innovative.

Città del Vaticano: un enclave di pace

La Città del Vaticano, conosciuta per la sua importanza religiosa, ha optato per la neutralità e non possiede un esercito propriamente detto. Qui la sicurezza è garantita dalla Guardia Svizzera Pontificia, una forza che, pur con compiti limitati, si vede assegnata il delicato compito di proteggere il Papa. Questa rinuncia a un esercito tradizionale non implica debolezza, anzi, riflette la volontà di mantenere una posizione di indipendenza e di scelte pacifiche nel contesto internazionale.

La Gendarmeria Vaticana, d’altra parte, ha funzioni simili a quelle di una polizia, occupandosi dell’ordine pubblico e della protezione dei confini. Questo sistema di protezione fa eco a una specializzazione della sicurezza che consente alla Città del Vaticano di mantenere la propria autonomia e il proprio potere spirituale senza dover ricorrere alla militarizzazione.

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Altri Paesi senza esercito: un panorama variegato

Esistono anche altri Stati che scelgono di vivere senza forze militari regolari, come Kiribati e Mauritius. La Costituzione di Kiribati stabilisce chiaramente la mancanza di un esercito, lasciando che il Paese si affidi a forze di polizia. Questa piccola nazione del Pacifico si appoggia a Stati come Australia e Nuova Zelanda per eventuali necessità di difesa.

Mauritius, d’altro canto, ha optato per una riduzione significativa della propria capacità militare, abolendo l’esercito dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1968. Attualmente, la sua sorveglianza interna è affidata a una piccola forza mobile speciale e alla guardia costiera, dotate di armi leggere.

Altri esempi includono Panama, che ha sospeso le sue forze armate nel 1990, e diverse isole del Pacifico come Nauru e Samoa, che si appoggiano a nazioni vicine per la loro sicurezza. Persino le isole dei Caraibi, come Saint Lucia e Dominica, pur senza un esercito formale, fanno parte di alleanze regionali per la sicurezza. Tutti questi Stati dimostrano che, oltre le scelte politiche, esiste un ampio ventaglio di opportunità per vivere in sicurezza senza dover ricorrere a forze armate.

Published by
Rosalia Gigliano