Nell’ambito della recente inchiesta su un sistema di accesso illegale alle banche dati pubbliche, una rete intricata di persone è emersa, coinvolgendo figure di spicco come Enrico Pazzali, Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci.
Le indagini hanno portato a diversi arresti domiciliari e oltre sessanta indagati, il che ha acceso l’attenzione dei media e della politica. Scopriremo chi sono queste persone, quali ruoli hanno ricoperto e come si siano ritrovate in una situazione così compromettente.
Enrico Pazzali è un nome che, per molti, evoca un legame stretto con Milano e i suoi affari. Milanese doc, con una brillante laurea in Economia aziendale ottenuta alla Bocconi, la carriera di Pazzali è cominciata nel mondo dell’informatica e delle telecomunicazioni. La sua ascesa nel settore pubblico ha avuto una svolta significativa nel 2005, quando è diventato direttore centrale per diversi dipartimenti in Regione Lombardia. Questo ruolo lo ha posto sotto i riflettori tanto da essere considerato un elemento chiave in una delle regioni più importanti d’Italia.
Il suo percorso professionale lo ha portato a diventare amministratore delegato di Fiera Milano Spa nel 2009, dopo aver ricevuto il sostegno di Alleanza Nazionale. Tuttavia, i conflitti interni e alcune inchieste sull’eventuale infiltrazione mafiosa tra i fornitori della fiera hanno messo in discussione la sua posizione. Dopo la sua uscita, Pazzali ha trovato nuovamente spazio nel panorama romano, quando il governo Renzi gli aveva conferito un ruolo in Eur Spa. La sua carriera non sembrava conoscere ostacoli, anche perché nel 2019, grazie al supporto politico, è tornato a Milano con l’incarico di presidente della Fondazione.
L’emergere del Covid-19 ha ulteriormente accresciuto la sua visibilità pubblica, grazie all’allestimento di un ospedale temporaneo alla Fiera di Milano. Per questa iniziativa ha ricevuto premi significativi, tra cui il prestigioso Ambrogino d’oro. Quello che però rimane inquietante è il suo legame con Equalize, una società che, secondo le autorità, è coinvolta in attività illecite per furti di dati. Pazzali risulta indagato, e pur non avendo restrizioni ardue da rispettare, emerge che sarebbe stato a conoscenza dell’illegalità operante sotto la sua supervisione.
Un altro personaggio centrale di questa vicenda è Carmine Gallo, un ex poliziotto con una carriera di tutto rispetto nel mondo della sicurezza. Originario di Gragnano, questo sessantacinquenne ha un’esperienza consolidata nella polizia, dove ha non solo bruciato le tappe ma anche costruito un’impressionante carriera all’interno della sezione di Criminalità organizzata. Gallo ha partecipato a inchieste rilevanti, soprattutto sulla mafia, e fino al 2018 è stato il vicedirigente di un commissariato a Rho-Pero, dove ha gestito la sicurezza durante eventi internazionali.
Ma cosa lo ha portato a unirsi a Equalize? Gallo ha finalmente deciso di ritirarsi, giusto per passare a un capitolo ben diverso. Secondo le autorità, il suo nuovo ruolo nella società era tutto fuorché trasparente. Gallo si sarebbe mosso in maniera decisiva per garantire l’accesso a database pubblici, approfittando di rapporti diretti con membri attivi delle forze dell’ordine. Quest’ultimo aspetto ha scatenato allarmi e preoccupazioni, perché potrebbe significare che, in un modo o nell’altro, egli avesse sfruttato le sue connessioni per estrarre informazioni sensibili a scopi non del tutto leciti.
Il suo percorso di vita lo pone in una posizione delicata, non solo per le indagini attuali ma anche per il suo passato professionale. Accusato ora di aver lecitato accessi a sistemi informatici riservati, Gallo è attualmente agli arresti domiciliari, a testimonianza del peso che detiene in un affare così dirompente.
Ultimo ma non meno importante, c’è Nunzio Samuele Calamucci, un ingegnere di 44 anni, che, nonostante la sua giovane età, ha saputo conquistarsi un posto tra i protagonisti di questo inquietante scandalo. Calamucci proviene da Bollate e la sua carriera nel settore delle tecnologie dell’informazione è stata tutt’altro che comune. Con esperienze che lo hanno portato persino a collaborare con servizi segreti e gruppi di hacker come Anonymous, la sua figura si staglia come quella di un genio oscuro in un contesto di illegalità.
Calamucci sarebbe stato il cervello dietro il sistema informatico conosciuto come “Beyond“, che, secondo le autorità, veniva utilizzato per accedere a banche dati statali senza essere notati. La sua società, Mercury Advisor, si occupava di investigazioni ma, ciò che è emerso dalle indagini, è allarmante. Il suo compito andava oltre la semplice raccolta di dati; stando alle testimonianze, era lui a dirigere un gruppo di analisti, incaricati di ottenere informazioni preziose per clienti disposti a pagare profumatamente.
La sua ingegnosità nel creare modalità di accesso non autorizzato sembrerebbe delineare un profilo inquietante, in cui le doti tecniche non si limitano alla consulenza legittima ma si spingono verso pratiche altamente illecite. La complessità della sua posizione legata a Equalize e le sue connessioni con il mondo della criminalità organizzata pongono interrogativi su chi possa essere considerato realmente un professionista dell’informatica nel ventunesimo secolo.