Nei misteriosi meandri del regno fungino, si nascondono scoperte che possono lasciare a bocca aperta! Tra le migliaia di specie conosciute, il Phanerochaete velutina risulta particolarmente intrigante.
Questo fungo, oggetto di un’accurata ricerca realizzata da esperti dell’Università di Tohoku e del National Institute of Technology, Nagaoka College in Giappone, ha rivelato caratteristiche sorprendenti. In particolare, i ricercatori hanno trovato che P. velutina ha la capacità di “percepire” forme geometriche e dirigere il proprio sviluppo vegetativo in base a queste. Andiamo a scoprire dettagli affascinanti su di lui e i risultati di questo studio.
I funghi sono organismi complessi che si riproducono per mezzo di spore. Queste piccole entità danno inizio a filamenti drammaticamente lunghi, che formano il micelio, una rete vegetativa che svolge un ruolo cruciale nel loro sviluppo e nella loro interazione con l’ambiente. Pensate al micelio come a una ragnatela invisibile che si estende sotto la superficie del terreno, oppure tra i legni in decomposizione, consentendo ai funghi di assorbire nutrienti e di comunicare con il mondo esterno. È qui che avviene la magia, o almeno così sembra.
Il Phanerochaete velutina si insinua nei tronchi degli alberi e può rappresentare una minaccia per alcune piante da frutto. Ma cosa significa effettivamente il suo sviluppo miceliale? Nel caso di questo fungo, gli scienziati si sono chiesti se la sua crescita fosse davvero casuale oppure se seguisse un pattern definito. E qui inizia l’avventura: hanno creato un esperimento per analizzare questa ipotesi in modo approfondito.
Nella loro ricerca, i ricercatori hanno usato dei blocchi di legno già contaminati da P. velutina, ponendoli in due formazioni diverse: una a cerchio e una a croce. Ma perché queste forme? L’idea era di osservare come il fungo si comportava in ambienti strutturalmente differenti. I blocchi sono stati monitorati per un lungo periodo di 116 giorni, un lasso di tempo significativo che ha permesso di raccogliere una quantità impressionante di dati.
Cosa è emerso dall’osservazione? Che il micelio di P. velutina non si sviluppa affatto in modo casuale, ma ha un’organizzazione ben precisa. Nella formazione a croce, infatti, i filamenti miceliali si sono connessi di più nei blocchi più esterni, creando collegamenti vitali per accedere a risorse alimentari. Questi blocchi sembrano quasi agire come “sentinelle” che cercano nutrimento. Un dato interessante, non c’è che dire.
Dall’altra parte, nella disposizione a cerchio, la situazione ha preso un’altra piega. Ogni blocco presentava lo stesso grado di connessione, ma ciò che ha sorpreso i ricercatori è stato il centro del cerchio, rimasto completamente privo di crescita miceliale. Che significato ha questo?
Tornando a quello che hanno scoperto i ricercatori, il micelio di P. velutina ha mostrato una reazione complessa nei due set-up strutturali. Nella configurazione a forma di croce, la maggiore connessione tra i filamenti nei blocchi esterni indica che il fungo sta attivamente cercando nutrienti. Questo comportamento non avviene per caso, suggerisce che ci sia una sorta di “intelligenza” attiva nel micelio. Non è affatto da sottovalutare tale circostanza!
Il caso del cerchio, invece, apre a riflessioni ancora più ampie. Il centro vuoto di questa formazione rappresenta un’area di potenziali scoperte. Perché il micelio ha deciso di non crescere nel centro? Gli autori dello studio hanno proposto che i miceli siano in grado di “riconoscere” le differenze spaziali e queste scelte strategiche fanno parte delle loro pratiche di decomposizione del legno. Questa straordinaria ricerca non solo fornisce una nuova prospettiva sull’intelligenza dei funghi, ma potrebbe alterare anche la comprensione di come questi organismi interagiscano all’interno del loro habitat.
Insomma, il mondo dei funghi è molto più affascinante di quanto si possa immaginare e, chissà, in futuro potrebbero esserci ancora tante scoperte da fare su P. velutina e i suoi “cugini.”