Economia

Bitcoin: svelato il segreto delle plusvalenze. Scopri perché aumenteranno dal 26% al 42%

Per il 2025 ci saranno importanti novità nel panorama fiscale, in particolare per quanto riguarda le criptovalute.

L’annuncio del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, durante la recente conferenza stampa sulla manovra economica, ha suscitato grande interesse. Con l’aumento della ritenuta sulle plusvalenze da bitcoin dal 26% al 42%, si delinea un nuovo scenario per i numerosi investitori italiani. Ma cosa significa questa modifica e come impatterà sulle finanze degli italiani?

Il governo italiano si prepara ad affrontare la crescente diffusione delle criptovalute con una misura sostanziale. A partire dal 1° gennaio 2025, la tassazione sui profitti derivanti dalle plusvalenze da bitcoin e altre criptovalute subirà un cambio significativo. La ritenuta passerà dal 26% attuale al 42%, ovvero un incremento di ben 16 punti percentuali. Questo cambiamento mira a colpire in modo incisivo un fenomeno in forte crescita, che ha già attratto l’attenzione di oltre 3,6 milioni di italiani, secondo l’Osservatorio Blockchain and Web 3 della School of Management del Politecnico di Milano.

Le statistiche parlano chiaro: quasi un terzo degli investitori ha effettuato acquisti su una Borsa di criptovalute, mentre il 17% ha scelto l’acquisto diretto attraverso un wallet. Un 38%, invece, ha optato per una via indiretta, utilizzando app bancarie e servizi di trading tradizionali. Questo dato suggerisce che la decisione del governo non avrà ripercussioni solo sull’economia digitale, ma anche su un vasto numero di cittadini, molti dei quali potrebbero essere colpiti dal nuovo regime fiscale. Gli esperti prevedono che un aumento della tassazione possa influire sul volume degli scambi e, di conseguenza, sul mercato delle criptovalute in Italia.

I ricavi della web tax e la tassazione globale

Un argomento centrale di discussione è senza dubbio la web tax. Per il viceministro Leo, è imperativo introdurre una disciplina fiscale unitaria a livello mondiale che tassino il reddito nel luogo in cui esso viene effettivamente prodotto. Non più sole tasse nel Paese di residenza, ma anche nel luogo del reddito stesso. A tal proposito, il governo italiano ha già adottato il cosiddetto “Pillar 2“, che implica l’introduzione della “Global minimum tax”, un’assegnazione dei diritti fiscali per le multinazionali che operano in vari paesi, inclusi quelli con regimi fiscali favorevoli.

L’aspetto innovativo della nuova web tax è rappresentato dall’eliminazione delle soglie di reddito, attualmente fissata a 750.000 euro. Il governo prevede di abolire anche il limite di 5 milioni di euro riguardante la parte di ricavi generati in Italia. Questa azione si propone di rendere la tassazione più equa, soprattutto per le aziende che operano online. La modifica potrebbe portare a un incremento delle entrate fiscali dall’economia digitale, un settore in continua espansione.

Innovazioni sulle dogane: tracciabilità e tecnologia

Un altro tema cruciale emerso nella conferenza riguarda il rinnovamento delle procedure doganali. Secondo quanto dichiarato dal viceministro, è necessaria l’implementazione di meccanismi tracciabili per facilitare una maggiore sicurezza e controllo sui movimenti di merci. Questo implica l’uso di bolle di accompagnamento in formato elettronico, che permetteranno una sinergia tra le informazioni possedute dall’Agenzia delle Dogane e quelle dell’Agenzia delle Entrate, garantendo così una comunicazione più efficiente tra i due enti.

Adottare tecnologie moderne potrebbe semplificare notevolmente il processo doganale, rendendolo più rapido e trasparente. L’obiettivo è avere a disposizione dati più completi e aggiornati, spingendo verso una digitalizzazione totale delle pratiche burocratiche. Questo aiuterebbe non solo a garantire una maggiore compliance fiscale, ma anche a migliorare l’esperienza per le imprese e i cittadini coinvolti nelle operazioni commerciali internazionali.

Giochi e proroghe: come il governo sta gestendo la situazione

Relativamente ai giochi fisici come bingo e macchinette, si prevede una proroga di due anni in vista della scadenza di alcune concessioni fissata per il 31 dicembre 2024. Questa estensione è stata introdotta per garantire una maggiore stabilità nel settore del gioco, che ha risentito della crisi pandemica e delle conseguenti restrizioni. La proroga potrebbe rappresentare una risposta pragmatica alle difficoltà che i concessionari e i gestori di giochi stanno affrontando e mira a tutelare posti di lavoro e fatturati.

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Tale misura è strategica anche per assicurare che il sistema di tassazione e regolamentazione del settore giochi rimanga robusto. Le sfide sono molteplici e, nella rapida evoluzione del panorama del gioco d’azzardo, è cruciale che le decisioni legislative vadano a sostenere una maggiore sicurezza e legalità, evitando il proliferare di giochi non regolamentati e pratiche illecite.

Tracciabilità delle spese: combattere l’evasione fiscale

Infine, un altro tema caldo di discussione è la tracciabilità delle spese, un elemento fondamentale nella lotta all’evasione fiscale. Gli sforzi mirano a garantire che le spese effettuate dalle imprese siano facilmente tracciabili attraverso l’utilizzo di carte di credito e strumenti simili. Secondo il viceministro, è essenziale che tutte le transazioni siano registrate in modo preciso per permettere una più efficace deducibilità da parte delle imprese.

Un altro punto di grande importanza è la necessità di collegare i registratori di cassa con i sistemi Pos, un passo che potrebbe semplificare ulteriormente il monitoraggio delle transazioni. In questo modo, si intende ridurre al minimo le possibilità di frode fiscale, creando un ambiente più trasparente e sicuro per attività commerciali e consumatori. Il governo spera che l’adozione di queste misure possa contribuire a un sistema fiscale più giusto e alla salvaguardia del mercato.

Published by
Rosalia Gigliano