Chi non ha lavorato per molti anni o ha un impiego precario può accedere alla pensione, grazie a una straordinaria misura. Come si richiede?
Il nostro sistema previdenziale prevede due requisiti di accesso per la pensione di vecchiaia: un’età anagrafica di 67 anni e una contributiva di 20 anni. Non tutti, però, hanno la fortuna di avere un impiego stabile e di maturare l’ammontare di versamenti previdenziali richiesti.
Le donne, ad esempio, sono spesso costrette a rinunciare al lavoro per dedicarsi alla famiglia e ai figli, oppure i giovani precari, che per molti anni lavorano senza contratto (e, dunque, non si vedono accreditati i contributi per la pensione).
Cosa succede se gli anni di lavoro non sono sufficienti per accedere al pensionamento? C’è davvero il rischio di perdere i versamenti accumulati in maniera irreversibile e di dire addio all’assegno? Ebbene, anche per chi ha lavorato poco esiste uno strumento che permette di andare in pensione. Scopriamo di quale si tratta e quali sono le condizioni per beneficiarne.
I soggetti caratterizzati da una carriera discontinua, che non riescono a raggiungere il requisito dei 20 anni di anzianità contributiva, possono usufruire dell’opzione contributiva della pensione di vecchiaia. Consente di smettere di lavorare a 71 anni anche con soli 15 anni di versamenti, dei quali almeno 5 accreditati dopo il 1° gennaio 1996. Tale strumento, dunque, spetta solo ai cd. contributivi puri.
In alternativa, chi non ha lavorato o ha lavorato poco può contare sull’Assegno sociale per accedere alla pensione. Questa misura viene riconosciuta a coloro che, al compimento dell’età pensionabile di 67 anni, non hanno raggiunto l’anzianità contributiva dei 20 anni.
È, poi, richiesto un particolare requisito reddituale. Nel dettaglio, i beneficiari devono possedere un reddito pari a zero oppure non superiore a 6.947,33 euro. I soggetti non coniugati che hanno un reddito superiore allo zero ma inferiore a tale soglia e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare compreso tra 6.947,33 e 13.182,78 euro, invece, hanno diritto alla prestazione in misura ridotta.
L’Assegno sociale spetta ai cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, agli stranieri e ai rifugiati politici. In ogni caso, sono necessarie la residenza effettiva e la dimora abituale in Italia. La prestazione viene erogata ogni mese, per 13 mensilità e, per il 2024, ammonta a 534,41 euro al mese. Per chi ha più di 70 anni di età, può aumentare fino a 735,05 euro.
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