Caffè, emergono nuovi rischi inaspettati: c’è solo un modo per berlo in sicurezza

Sono emersi dei nuovi rischi inaspettati per quanto riguarda il caffè. Ecco cosa è stato scoperto e qual è il modo per berlo in sicurezza.

Il caffè è una bevanda decisamente diffusa in Italia, dove il suo consumo fa parte a tutti gli effetti della tradizione nonostante il suo arrivo coincida con tempi relativamente recenti, almeno rispetto ai paesi situati ad Oriente. Questa bevanda spesso è oggetto di critiche anche se le evidenze scientifiche dimostrano che non solo berla è sicuro, entro dosi raccomandate, ma può anche anche effetti benefici sull’organismo.

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Emergono nuovi rischi inaspettati sul caffè – (Giustiziagiusta.info)

Sulla salute, però, spesso non si può fare un discorso generalizzato, poiché ogni persona ha le sue particolarità, a cui corrispondono esigenze e raccomandazioni diverse. Uno studio recente ha lanciato un allarme sul consumo del caffè mettendo in evidenza nuovi rischi inaspettati. I ricercatori hanno sottolineato alcune correlazioni tra l’assunzione della bevanda in base ad una specifica età con la compromissione di alcune abilità cognitive.

Lo studio sull’assunzione del caffè per chi ha più di 60 anni: ecco cosa fare per non correre rischi

Uno studio recente, illustrato alla conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association dalla dottoressa Kelsey R. Sewell, ha messo in relazione un alto consumo di caffè con la perdita della abilità cognitiva nelle persone sopra i 60 anni. La ricerca non ha tenuto conto del consumo di caffeina negli anni precedenti e non ha fatto distinzioni tra le tipologie di caffè o tè.

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Cosa fare per non correre rischi – (Giustiziagiusta.info)

Lo studio messo in atto è stato di tipo osservazionale, volto ad evidenziare i possibili rischi senza alcun intervento da parte del ricercatore, ed ha portato gli scienziati ad esaminare i dati di 8.451 cittadini britannici dai 60 anni in su provenienti dalla Biobanca. Il 60% del campione erano donne e il 100% aveva abilità cognitive compromesse.

La flessibilità cognitiva tra chi non consuma questa bevanda o fa un uso moderato si è ridotta in media dell’8,83% in meno rispetto agli altri, con riflessi sul problem solving e sull’elaborazione delle informazioni. La caffeina si è dimostrata utile soprattutto in materia di prevenzione dell’insufficienza cardiaca, del morbo di Parkinson, di alcuni tumori e dell’Alzheimer. Eccedere invece è dannoso, a maggior ragione con l’avanzare dell’età che comporta in maniera naturale un rallentamento delle capacità cognitive.

Per non correre rischi, la dose di sicurezza da non superare per gli adulti sani è di 400 mg al giorno, circa 5,7 mg per ogni chilo di peso corporeo. Per le donne in gravidanza la soglia si dimezza, scendendo a 200 mg al giorno. Questi dati si riferiscono a persone senza malattie o disturbi e in età adulta. Per i più giovani (adolescenti), il massimale è di 3 mg per ogni chilo di peso corporeo. Ad ogni modo, la quantità massima non dovrebbe essere consumata in una sola volta ma divisa almeno in due.

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