Si può subire il licenziamento al lavoro per scarso rendimento? La Cassazione elimina ogni dubbio a riguardo.
Ogni lavoro può essere impegnativo, ci sono quelli che richiedono uno sforzo prettamente fisico, altri invece mentale (come chi lavora in ufficio o ha un ruolo importante in azienda), è più che naturale in entrambi i casi arrivare a sera stanchi.
Nonostante ciò, è capitato a tutti di avere un collega che può essere considerato “lavativo” e che fa davvero poco nel corso della giornata, ma percepisce evidentemente lo stipendio previsto. Pensare che questo possa comportare il licenziamento sembra impossibile, invece la situazione sembra essere destinata a cambiare.
Ci sono, infatti, delle situazioni in cui può interrompersi il rapporto tra le parti, è bene quindi saperlo se si vuole sapere come agire quando si verificano casi simili e se si sia indecisi sul denunciare o meno. Non solo, saperlo può spingere anche chi fa il minimo indispensabile a cambiare atteggiamento ben sapendo a cosa possa andare incontro.
Si può subire il licenziamento perché al lavoro non si rende come si dovrebbe? La risposta a questa domanda per molti è sempre stata negativa, soprattutto perché si è sempre pensato ai casi di chi l’h fatta franca, pur facendo poco durante la giornata. E invece ora tutto potrebbe essere diverso.
Si può pensare ad una soluzione così drastica quando il lavoratore non è in grado, in un determinato periodo di tempo, di raggiungere gli obbiettivi prestabiliti o la sua prestazione risulta inferiore ai risultati ottenuti dalla media dei colleghi addetti alle stesse mansioni. Il licenziamento può quindi risultare legittimo se la prestazione è insoddisfacente o se non riesce a corrispondere agli interessi del datore di lavoro. In ogni caso non è mai possibile agire senza alcun preavviso per il dipendente, su questo la Cassazione, attraverso la sentenza n. 9453 del 06.04.2023, parla chiaro.
I giudici per arrivare a questa decisione hanno preso in esame il ricorso presentato da un lavoratore che aveva perso il posto perché era stato accusato dal datore di lavoro di “avere fatto visita ad un modestissimo numero di clienti e di avere reso una prestazione lavorativa insufficiente nel primo trimestre dell’anno 2016, limitata alla acquisizione di un solo cliente”. I colleghi che svolgevano la stessa mansione avevano invece fatto molto di più, per questo l’azienda riteneva di poter fare a meno di lui.
Il lavoratore aveva provato comunque a difendersi, sottolineando di avere ricevuto dotazioni tecnologiche meno performanti rispetto ai colleghi e di essersi sentito per questo emarginato. Il suo ricorso è stato però rigettato.
In linea generale, un imprenditore che sceglie di muoversi in questo modo deve non solo provare il mancato raggiungimento del risultato atteso, ma anche dimostrare un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del lavoratore. Non può bastare quindi che la persona metta a disposizione le sue energie per raggiungere un compito, ma deve anche soddisfare l’interesse economico del datore di lavoro.
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