Altro che le monetine a Fontana di Trevi, nel Tevere c’è un tesoro ma è vietato cercarlo. La legge ci dice cosa è giusto fare

L’idea di cercare tesori nel Tevere con un metal detector può sembrare allettante, ma è importante essere consapevoli di alcune importanti considerazioni prima di intraprendere questa avventura.

Scavare o utilizzare un metal detector in aree archeologiche o soggette a vincoli paesaggistici è illegale in Italia. Il Tevere rientra in queste zone, quindi l’utilizzo di un metal detector senza permessi è vietato e potrebbe comportare sanzioni. Per ottenere i permessi necessari bisogna seguire un iter burocratico complesso che richiede autorizzazioni da parte di diverse autorità. Tra cui la Soprintendenza Archeologica, il Comune di Roma e il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico. Il Tevere è un fiume trafficato, con una forte corrente e zone profonde. Cercare oggetti con un metal detector in acqua presenta rischi significativi per la sicurezza, come annegamento, incidenti con imbarcazioni o urti contro oggetti sommersi. La presenza di rifiuti e materiali pericolosi nel fiume, come metalli pesanti o frammenti di vetro, può rappresentare un pericolo per la salute.

Il Tevere ha una storia lunga e tumultuosa e molti oggetti preziosi sono stati probabilmente trascinati via dalla corrente nel corso dei secoli o sepolti sotto strati di sedimenti. La concorrenza è alta. Molti cercatori di tesori hanno già tentato la fortuna nel Tevere negli anni. Esistono modi più sicuri e legali per soddisfare la passione per la ricerca di tesori. Per esempio, si può partecipare a scavi archeologici autorizzati o dedicarsi al metal detecting in aree private con il consenso dei proprietari. In Italia questa pratica è diffusa e regolata così da svolgerla in modo responsabile e nel rispetto delle leggi.

Segreti dal passato

Altro che le monetine a Fontana di Trevi, è il Tevere la meta ambita dei cercatori di tesori. Peccato che, l’idea di cercare ricchezze nel Tevere con un metal detector sia pericolosa e illegale. Il fondo del Tevere nasconde un vero e proprio museo sommerso, frutto di secoli di storia romana. Tra i reperti più affascinanti che si possono trovare, con le dovute autorizzazioni e precauzioni, ci sono frammenti di statue, colonne e decorazioni provenienti da antichi templi, edifici e monumenti romani. Monete e gioielli di diverse epoche, caduti accidentalmente nel fiume o utilizzati come offerte votive. Armi e armature usate nelle numerose battaglie che si sono svolte lungo le rive del Tevere. Ceramiche e oggetti di uso quotidiano che raccontano la vita degli antichi romani. Vecchi telefoni cellulari, biciclette e altri oggetti moderni caduti accidentalmente in acqua. Palanche e attrezzi utilizzati dai pescatori nel corso dei secoli. Ma anche resti di imbarcazioni affondate, che potrebbero contenere reperti di valore. Il Tevere è stato utilizzato come discarica per secoli, quindi sul suo fondo si trovano grandi quantità di rifiuti, come bottiglie di plastica, lattine e sacchetti.

La corrente del fiume ha depositato anche notevoli quantità di sedimenti, sabbia e ghiaia. Questi materiali rendono la ricerca di oggetti un’impresa impegnativa e richiedono una buona conoscenza del fiume e delle sue caratteristiche. È importante ribadire che cercare oggetti nel Tevere senza i permessi necessari è illegale e può comportare sanzioni. Inoltre, le operazioni di ricerca devono essere svolte con attenzione per evitare incidenti e danni all’ambiente. Se siete interessati a scoprire i segreti del Tevere, il consiglio è quello di rivolgersi ad associazioni di archeologia subacquea. Oppure a professionisti autorizzati che operano nel rispetto delle leggi e della tutela del patrimonio storico e ambientale.

Altro che le monetine a Fontana di Trevi, il Tevere nel mirino

La legge italiana regolamenta in modo rigido utilizzo del metal detector sul Tevere e in altre aree archeologiche o soggette a vincoli paesaggistici. In particolare, la legge 42 del 2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, stabilisce che è vietato effettuare scavi, anche con l’ausilio di metal detector, senza la preventiva autorizzazione del Ministero dei Beni Culturali. La richiesta di autorizzazione deve essere presentata alla Soprintendenza Archeologica competente per territorio, che rilascerà il permesso solo dopo aver verificato che l’attività non arrechi danno al patrimonio archeologico. L’inosservanza di queste norme è punita con sanzioni amministrative che possono arrivare fino a 25.000 euro.

Oltre alla legge 42/2004, anche altre normative possono essere applicabili all’utilizzo del metal detector sul Tevere, come i Regolamenti Comunali. I Comuni possono emanare regolamenti che disciplinano ulteriormente l’uso del metal detector sul proprio territorio. Le operazioni di ricerca con metal detector in fiumi o corsi d’acqua devono essere condotte nel rispetto delle norme di sicurezza per la navigazione e la balneazione. È quindi fondamentale informarsi accuratamente sulle leggi e norme vigenti prima di utilizzare un metal detector sul Tevere o in altre aree sensibili.

Gestione cookie