Brutte notizie dal mercato immobiliare italiano per chi cerca una casa da affittare

In qualunque mercato dei beni, domanda e prezzo sono notoriamente legati da una relazione inversa (al netto di alcune categorie di beni economici). Quando il prezzo sale la domanda scende e viceversa, mentre la curva d’offerta si muove in linea con le dinamiche dei prezzi (legame diretto).

Nulla di nuovo sotto il sole, si direbbe, e questo vale anche per il mercato delle case. Prendiamo il mercato delle locazioni, per esempio, che da mesi è sulla cresta dell’onda. La domanda è decisamente forte mentre l’offerta di case libere è limitata, per cui gli affitti medi continuano a salire. Dunque, brutte notizie dal mercato immobiliare italiano per chi cerca una casa da affittare.

Continuano a salire i prezzi medi delle case in affitto

A conferma di quello che è il sentiment dominante, ecco il recente lavoro pubblicato dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa. L’indagine ha analizzato il trend del prezzo delle locazioni nel 2° trimestre 2023, e ha confermato i timori della prima ora. I valori medi degli affitti sono in crescita ormai dal II semestre del 2015, stoppatosi poi nei mesi bui del Covid e ripreso con vigore dal 2021.

Le ragioni sono tante e interconnesse, che messe assieme rendono alquanto esoso permettersi oggi una casa in affitto. Da un lato c’è che il parco case libere e disponibili non è vasto ed è composto da molte unità di vecchia costruzione, per cui sono da ristrutturare o energeticamente inefficienti. Insomma, sono tutt’altro che ambite sul mercato.

Poi c’è la quota di coloro i quali sono in attesa di un rientro del costo del denaro (i tassi di interesse) per poter acquistare, e nel frattempo “risolvono” con l’affitto. Infine, ci sono le scelte dei proprietari, una parte dei quali vede negli affitti brevi il modo più interessante per lucrare una rendita con gli immobili.

Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo e, per certi versi, anche preoccupante per i residenti delle città a forte vocazione turistica. Ad esempio, è della scorsa settimana l’annuncio del sindaco di Barcellona che annunciava l’eliminazione di tutti gli alloggi turistici nella sua città a partire dal 2029. Il motivo? Semplice: gli affitti brevi, sostiene il sindaco della città catalana, generano un impatto insostenibile sui prezzi delle case in vendita o affitto a lungo termine.

Brutte notizie dal mercato immobiliare italiano per chi cerca una casa da affittare

Lo studio illustra i tassi di variazione percentuale dei canoni tra il II e il I semestre 2023 nelle grandi città, dividendoli anche in base alla tipologia abitativa. Procedendo in ordine alfabetico, i numeri dicono quanto segue:

  • Bari: 8,2% il monolocale, l’1,6% il bilocale, lo 0,8% il trilocale;
  • Bologna: rialzi, nell’ordine, del 2,1%, del 2,6% e del 2,1%;
  • Firenze: 7,3% il monolocale, il 6,6% il bilocale, il 7,3% il trilocale;
  • Genova: rialzi, nell’ordine, dell’1,8%, del 4,1% e del 3,1%;
  • Milano: 3,6% il monolocale, il 3,9% il bilocale, il 2,8% il trilocale;
  • Napoli: rialzi, nell’ordine, del 4,6%, del 4,2% e del 3,1%;
  • Palermo: 2,4% il monolocale, il 3,1% il bilocale, il 2,6% il trilocale;
  • Roma: rialzi, nell’ordine, del 5,4%, del 4,3% e del 5,3%;
  • Torino: 4,6% il monolocale, il 3,5% il bilocale, il 4,1% il trilocale;
  • Verona: rialzi, nell’ordine, dell’1,5%, del 2,0% e del 2,5%.
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