Investire un capitale oggi per raccogliere copiosi frutti domani è la logica vincente seguita dal piccolo, e lungimirante, investitore. I buoni fruttiferi postali (BFP), per esempio, guardano da sempre, ma non in via esclusiva, al medio-lungo termine e prevedono una struttura dei rendimenti ad hoc.
Stiamo parlando della nota struttura step-up, cioè tassi di interessi fissi e crescenti all’aumentare del periodo di possesso dello strumento in questione. Prendiamo il caso di un investitore avverso al rischio e con un orizzonte temporale ventennale. Ancora, ipotizziamo desideri assicurarsi la certezza del capitale anche prima del termine e sia alla ricerca di un prodotto molto “snello” in termini di tasse e costi di gestione. Stante le premesse, quanto rende a giugno il buono fruttifero postale Ordinario e qual è il tasso di interesse lordo e netto a scadenza?
Al pari degli altri buoni e dei libretti di risparmio postale, anche l’Ordinario rientra nel perimetro del c.d. risparmio postale. Qui vi rientrano gli strumenti di gestione del risparmio e/o investimento emessi da CDP, una delle istituzioni finanziarie chiave dello Stato Italiano e controllata dal MEF.
Il buono Ordinario ha una durata fino a 20 anni e i tassi di rendimento sono, in ossequio alla struttura step-up, fissi e crescenti nel tempo. Il prodotto è emesso alla pari (100% del nominale sottoscritto) e privo di costi di gestione, dall’acquisto al rimborso, finale o intermedio che sia. Fanno eccezione gli oneri fiscali, vale a dire la ritenuta fiscale del 12,50% sugli interessi lordi maturati e l’imposta di bollo dello 0,2% nei casi, modi e tempi previsti dalla Legge.
Altri pro dello strumento sono sicuramente il taglio minimo di sottoscrizione (50 € e multipli) e le modalità e tipologia di sottoscrizione. Vale a dire che si può acquistare tanto il prodotto fisico, cartaceo, tradizionale, che del tipo dematerializzato. Inoltre si possono sottoscrivere tanto presso lo sportello postale quanto in remoto, da web o da app, se abilitati all’operatività online.
Veniamo al capitolo rendimenti: quanto frutta? Se tenuto per 20 anni in portafoglio (meglio: sul libretto o sul c/c BancoPosta) il ritorno annuo lordo finale è del 2,75% (condizioni economiche in vigore dal 28 dicembre 2023). Sul portale di Poste Italiane è presente (alla pagina dedicata al buono) il servizio “Simula” per scoprire quanto potrebbe rendere un proprio capitale al termine dei 20 anni.
Tuttavia, un altro vantaggio del titolo è che in questo caso l’emittente riconosce capitale e interessi netti maturati già dopo 1 anno dalla sottoscrizione. Ovviamente gli interessi maggiori arrivano nella parte finale della vita utile del titolo, per cui se l’intento è quello di massimizzare il guadagno è preferibile tenerlo fino alla fine.
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