Nel coacervo dei titoli di Stato, quelli nazionali inclusi, un criterio di distinzione è quello basato sul tempo, cioè la loro durata complessiva. I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), per esempio, sono titoli la cui vita utile non supera i 12 mesi. In genere vengono emessi a 3, 6 o 12 mesi in base alle specifiche esigenze di cassa dell’emittente, il MEF, e quindi del Governo.
Al riguardo, mercoledì 29 arriva un Buono Ordinario del Tesoro a 6 mesi buono per chi cerca un parcheggio della liquidità a breve termine. Vediamo di comprenderne tanto i dati tecnici tanto le possibili potenzialità dello strumento.
Come anticipato, a metà settimana è in programma l’asta di un nuovo BOT a 182 giorni, il cui codice ISIN è ancora da attribuire. La data emissione è fissata per venerdì 31 maggio, mentre la scadenza è datata 29/11/2024 (182 giorni, appunto).
Del neo bond, in particolare, assisteremo al lancio della 1° tranche, per cui altre ne seguiranno nei (residui) mesi a venire. L’ammontare offerto dal Tesoro è di 6 miliardi di €, quasi pari all’ammontare dei BOT in scadenza venerdì 31 (8,250 mld di €). Al 14 maggio, invece, l’ammontare dei BOT in circolazione era così composto e ripartito (fonte: Comunicato MEF):
Ora cerchiamo di comprendere a chi potrebbe eventualmente interessare una simile soluzione di investimento. I punti di forza del bond sono subito individuati. Primo, la garanzia dello Stato sui soldi ivi confluiti, a pari di quanto avviene per i buoni postali, per esempio.
Secondo, la breve durata dell’investimento, considerato che entro la fine dell’anno il prestito obbligazionario si estingue e l’emittente rimborsa i soldi. Infine ecco il rendimento, dato dal c.d. scarto di emissione, ossia la differenza tra il prezzo d’asta (se acquistato in origine) e il valore nominale finale. Al momento, il BOT ZC in scadenza il 14/11/2024 offre un rendimento effettivo lordo a scadenza del 3,67%.
L’elemento ‘contro’ è che andrebbero almeno coperte le spese dell’operazione, sia bancarie che fiscali. Tradotto, la somma investita dovrebbe essere almeno adeguata a coprire le uscite fisse e proporzionali dell’investimento. Di quanto? A grandi linee, qualche migliaio di €, anche se sarebbe più giusto dire almeno un importo idoneo a garantire il proprio break even-point costi-ricavi.
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