Si fa presto a dire bond di Stato se prima non si considerano tutte le tipologie in circolazione. Se l’emittente è sempre lo stesso, il Dipartimento del Tesoro, tante altre variabili valgono poi a distinguere una tipologia dall’altra. In questa sede ci soffermeremo solo su alcune di esse, tra le più importanti.
Vediamo di quali si tratta, chiedendoci: quali sono i titoli di Stato in circolazione sul mercato e com’è la loro struttura dei rendimenti?
Sul sito istituzionale MEF (Dipartimento del Tesoro) l’emittente riporta una serie di dati utili per conoscere, e districarsi al meglio, il prodotto “titoli di Stato” nazionali.
Un primo grafico indica qual è il costo medio all’emissione dei titoli di Stato. Com’è facile prevedere la figura mostra un continuo e costante andamento discendente nel periodo che va dal 2000 al 2021, gli anni bui del Covid. In piena pandemia, infatti, i bond con vita residua fino a 5 anni circa erano addirittura negativi o al più nulli.
Sempre a inizio decennio, i titoli tedeschi (e tutti quelli ad alto rating in generale) facevano anche ‘peggio’ dei bond nazionali. Cioè il mancato rendimento era tipico anche dei titoli di durata residua maggiore ai 5 anni.
Veniamo adesso alla composizione delle obbligazioni sovrane emesse dal Tesoro e alla data del 31 marzo 2024. Dal sito istituzionale si legge il seguente riparto:
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