La riforma tributaria approvata dal governo prevede la possibilità di annullamento automatico delle cartelle esattoriali: ecco quando e come.
Per i tantissimi (ahinoi) contribuenti italiani che hanno accumulato negli anni una o più cartelle esattoriali non saldate è in arrivo un’importante novità. Il governo ha appena dato via libera a un decreto che regola espressamente le ipotesi di “discarico del debito”, vale a dire di annullamento delle cartelle esattoriali. Vediamo come funziona esattamente.
Il riferimento è a tutte quelle cartelle (o avvisi) che è stato impossibile recuperare, e che tornano in automatico all’ente impositore – come l’Agenzia delle Entrate – per un avviso bonario da imposte non versate. Ebbene, dal 1° gennaio del prossimo anno è previsto un discarico automatico – o “stralcio” – delle cartelle, secondo le modalità stabilite con apposito decreto del Ministero dell’economia e delle finanze. Quando? Al 31 dicembre del 5° anno successivo a quello dell’affidamento. Va vediamo il meccanismo più da vicino.
In sostanza, l’Agenzia delle Entrate avrà cinque anni per recuperare le somme dovute, ferme restando naturalmente le “regole” in materia di prescrizione del credito e validità degli atti interruttivi. Ma potranno anche esserci annullamenti anticipati, vedi il caso di fallimento del debitore o di una liquidazione giudiziale, o ancora di assenza di beni del debitore aggredibili. E poi?
I contribuenti in debito con il Fisco non dovrebbero affrettarsi a cantare vittoria. Il decreto prevede anche ipotesi di riaffidamento del carico: in alcuni casi, dunque, lo stralcio sarò solo momentaneo, fino all’eventuale prescrizione del diritto di credito. Inoltre, non sono interessati dallo stralcio automatico i crediti per i quali, al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento, è sospesa la riscossione, ovvero risultano ancora pendenti procedure esecutive o concorsuali.
In questo caso, il discarico automatico si produce al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di cessazione della sospensione, ovvero di conclusione della procedura. Idem se tra la data di affidamento del carico e il 31 dicembre del quinto anno successivo sono conclusi accordi ai sensi del codice della crisi di impresa e dell’insolvenza o sono intervenute rateazioni del debito, o se il contribuente ha usufruito di una rottamazione delle cartelle ancora in essere alla stessa data.
Tirando le somme, l’annullamento delle cartelle “irrecuperabili” potrà avvenire entro il 31 dicembre 2025 per i carichi affidati dal 2000 al 2010, il 31 dicembre 2027 per i carichi affidati dal 2011 al 2017 e il 31 dicembre 2031 per i carichi affidati dal 2018 al 2024.
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