Linea dura contro la pirateria online. Sono in arrivo le prime multe contro i furbetti del “pezzotto”: a quanto ammontano e come evitarle.
Si annunciano tempi duri per la pirateria online. Lo scorso luglio il Senato ha dato all’unanimità il via libera a un disegno di legge contro la pirateria informatica per prevenire e reprimere la diffusione illecita in rete di contenuti coperti dal diritto d’autore. Per farla breve: sono in arrivo multe salate.
Nel mirino c’è non solo chi trasmette illegalmente eventi in diretta, film, programmi di intrattenimento, match sportivi e via dicendo. Sono previste multe sostanziose anche per gli utenti che scaricano app ad hoc da PlayStore, AppStore e Amazon e per i cosiddetti “furbetti del pezzotto”, il particolare decoder che permette di visualizzare i contenuti televisivi a pagamento (come Sky, Dazn, Netflix e Infinity) ma a un prezzo molto più basso degli abbonamenti originali, intorno ai 10 euro al mese.
Inoltre dal 1° febbraio è stata attivata “Piracy Shield”, la piattaforma online gestita dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) che serve a individuare e segnalare responsabili e fruitori dei contenuti illeciti attraverso la rete. Agcom può ordinare di bloccare l’accesso ai contenuti illegali ai fornitori dei servizi, che rischiano una multa fino a 15 mila euro e anche la detenzione da 6 mesi a 3 anni di carcere. Ma non sono solo loro a rischiare.
La stretta è stata annunciata su LinkedIn dal commissario Agcom Massimiliano Capitanio. Sono in arrivo una serie di misure nei confronti degli utilizzatori dei contenuti piratati. Con multe sostanziose che in alcuni casi possono arrivare anche fino a 5 mila euro.
Capitanio è stato molto chiaro: «A breve arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro, e questo, come per tutte le multe, è un passaggio che si vorrebbe evitare ma che si è reso necessario, anche perché chi fa business illegalmente sta facendo credere agli ignari utenti che non succederà nulla (utente avvisato…)». Si tratta purtroppo, ha spiegato il commissario, di «una tappa necessaria, anche se probabilmente impopolare» che prevede di «multare gli utenti del pezzotto, gli utenti delle applicazioni facilmente scaricabili dagli store Android ed Apple ma anche dai portali Amazon».
Rischiano la muta anche «gli utenti dei tanti siti facilmente raggiungibili dai motori di ricerca (che ancora non collaborano come dovrebbero)». Insomma il giro di vite arriverà a breve. Gli interventi antipirateria mirano a colpire non solo le associazioni criminali che operano fuori dalla legalità, sottolinea Capitanio, «ma anche quelle legali che fanno business rubando proprietà intellettuali e diritti di altri». Come evitare le multe? Semplicemente smettendola di fruire dei contenuti a pagamento in maniera illecita.
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