Se un dipendente rifiuta di cambiare il proprio orario di lavoro può ricevere minacce di licenziamento: è legale? Come tutelarsi.
All’interno di un contratto di lavoro firmato da un dipendente viene sempre specificato l’orario di lavoro in cui il lavoratore dovrà assicurare la sua prestazione. Viene anche specificato se la prestazione lavorativa veicolata dal contratto sarà un impiego part time o full time, quindi la paga oraria e lo stipendio mensile assicurato a ogni dipendente.
Ovviamente le condizioni poste in essere nel contratto firmato dal dipendente possono cambiare. I motivi possono essere tanti. Per fare qualche esempio, se l’attività produttiva dell’azienda subisce una riduzione, il proprietario potrebbe chiedere al lavoratore di passare da un orario full time a un orario part time.
Se le esigenze logistiche dell’azienda sono cambiate, il datore di lavoro potrebbe chiedere al proprio lavoratore di modificare il proprio orario di lavoro distribuendo diversamente le proprie ore nell’arco della giornata o della settimana.
Chi fa il part time, per esempio, ha di solito un accordo per un part time orizzontale (lo stesso numero di ore di lavoro svolte ogni giorno in determinati giorni della settimana) oppure un part time verticale (che indica un numero di ore pari a un full time svolte però soltanto in alcuni giorni della settimana, tipicamente il week end).
La risposta, in breve, è “no”. Il lavoratore non è tenuto ad accettare obbligatoriamente alcuna modifica al proprio orario di lavoro. A questa regola generale c’è una sola eccezione e cioè la stretta necessità della misura. Se il datore di lavoro può dimostrare di non avere altra scelta che cambiare l’orario di lavoro del proprio dipendente per salvaguardare l’azienda, allora il dipendente dovrà accettare.
Se non dovesse accettare un cambiamento di orario di lavoro dettato dalla stretta necessità, allora il lavoratore potrebbe effettivamente essere licenziato per giusta causa.
In tutti gli altri casi il datore di lavoro si può limitare esclusivamente a proporre al lavoratore una modifica del suo orario lavorativo. Se il lavoratore dovesse decidere di accettare, perché conviene anche a lui o perché non ha problemi a conciliare i suoi orari extralavorativi con il nuovo orario di lavoro, allora non c’è problema.
Se però i lavoratore dovesse rifiutarsi perché semplicemente non può o non vuole modificare il proprio orario lavorativo, non potrà essere assolutamente licenziato: se esistono altre strade percorribili, il datore di lavoro è tenuto dalla legge a trovare una soluzione diversa nella salvaguardia dei diritti del suo lavoratore ma soprattutto nel rispetto del contratto stipulato con lui.
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