Editoriale
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Rieccoli: i Vescovi voglio un loro partito
E’ dato oramai per sicuro che l’apparato organizzativo cattolico tornerà a mettere in piedi un partito che ne esprima principi e difenda interessi e che sia di sicura obbedienza ai voleri della gerarchia.
Si direbbe che la storia si ripete. Nel secolo XIX: dopo che gli “antichi regimi”, l’assolutismo monarchico, con il sostegno dei Lazzaroni e dei briganti, nei
Forse litigano per tranquillizzarci

La lite, oramai cronica tra Cinquestelle e Salviniani non accenna a placarsi né sembra che una soluzione comune stia per essere raggiunta sugli argomenti della “manovra” e dei suoi particolari. Piuttosto sembra che i litiganti abbiano cominciato a rendersi conto che sia il loro litigare all’interno del Governo, sia l’arroganza nella quale hanno finora gareggiato nell
Conoscere per deliberare

di Giovanni Di Carlo
Ho cominciato ad ascoltare Radio Radicale all’età di sette anni.
Mio padre, accompagnandomi a scuola ogni mattina, accendeva l’autoradio addirittura prima di allacciare la cintura, diffondendo nell’automobile, dopo qualche nota del requiem di Mozart, la rauca voce di Massimo Bordin, del quale ritengo di essere stato uno degli ammiratori più gio
L'arroganza non basta più

Negli ultimi giorni, nelle ultime ore, c’è la sensazione che l’arroganza e, di contro, la mancanza di forze politiche antagoniste efficienti e capaci di un’alternativa non bastano più a sostenere la vita e l’inconcludenza del Governo e della maggioranza che lo sostiene.
La grande manifestazione delle imprese a Torino, il coro che si leva da gran parte della st
Cambiare? Sì. Smetterla di non dire altro
Sentivo sere fa una lunga intervista a Bersani (ve lo ricordate?). Che diceva? La solita solfa. Indovinate: il P.D. è da cambiare.
Anche la Democrazia Cristiana, e proprio negli ultimi tempi in cui resse maggioranza e governo cioè dopo quarant’anni e più che durò il suo “sistema” di conservazione, un bel giorno venne fuori con i suoi mega manifesti con
Ai tedeschi non vogliono far sapere quant'è bello Toninelli Cancelliere
C’era un proverbio che mi insegnarono essere al contempo un po’ cattivo e scioccamente supponente e classista: “al contadino non lo far sapere quanto è buono il formaggio con le pere”.
Credo sia passato di moda e finito negli archivi della parlata dei nostri nonni, non solo per un accresciuto senso di solidarietà sociale ma perché le pere che si trovano