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Stragi: macché ISIS, c'è dietro la CIA!
METAMORFOSI E COERENZA DI UN DIETROLOGO COMUNISTA
Avevo perso di vista Giulietto Chiesa, una volta corrispondente da Mosca dell’Unità, un comunista “privilegiato” in quando mandato dai Compagni ad abbeverarsi direttamente alla fonte di tutte le verità e a rinsaldare la sua fede e la sua lungimiranza nel Paese del Socialismo Reale.
Giulietto Chiesa, è riscappato fuori (almeno per me che non tengo certo uno schedario di tale personaggio) alla corte dei “magistrati antimafia” di Palermo, la scheggia impazzita del Partito dei Magistrati. Scrive su “Antimafia Duemila”, “organo ufficioso della Procura di Palermo”, come ebbe a definirla, forse un po’ incautamente, Antonino Ingroia. Diretta dal noto Guru, Bongiovanni, quello con la croce dipinta sulla fronte, noto per i suoi contatti con il Padreterno per tramite degli extraterrestri etc. etc. Questo non significa necessariamente che il materialismo dialettico marxista di Giulietto si sia evoluto in senso spiritualista ed ultra terrestre. Giulietto Chiesa è un sostenitore della “lotta” contro la “Trattativa Stato-Mafia” ed ha, manco a dirlo, partecipato alla manifestazione a Roma, a Piazza Santi Apostoli “per imporre al Presidente della Repubblica di andare a rendere omaggio a Nino Di Matteo, condannato a morte non si sa bene se da Totò Riina o da Messina Denaro.
Ma Giulietto Chiesa continua ad occuparsi di politica internazionale. E di attentati. Non tanto quelli la cui “preparazione” si è limitata ad un bidone vuoto, avente, però, contenuto esplosivo. Perché, purtroppo ce ne sono altri che non sono rimati allo stadio del bidone. Gli attentati, le stragi di Parigi e di Bruxelles. Stavo per scrivere: quelli dell’I.S.I.S. (detto anche DAESH). Ma mi sono opportunamente fermato in tempo. Giulietto Chiesa, infatti ci spiega, anzi lo ha spiegato subito, che solo i gonzi possono credere che si tratti di opera dell’I.S.I.S. “Se dicono che è l’I.S.I.S. (Daesh) diffidiamo. Probabilmente è “anche” I.S.I.S. Ma l’I.S.I.S. è lo strumento”.
Detto da uno che ha fatto il corrispondente internazionale di un giornale importante come l’Unità e che è vicino (è da ritenere) ad un “inquirente” come Di Matteo ed ancor più ad uno che a sua volta è in contatto, tramite gli extraterrestri, con Gesù, la Madonna e l’Anticristo di là da venire, questa affermazione è, come si suol dire, “scioccante” (parola che non deriva, però, da sciocco, ma da shock).
E, a prescindere dalla derivazione e dal significato della parola che esprime la reazione a così autorevole interpetrazione di queste tragedie, sorge spontanea e magari, allarmata, la domanda: ma allora chi? Chi, diversamente da quello “che ci dicono” è l’autore, l’ideatore, lo stratega delle stragi, in cui quei bravi ragazzi dell’I.S.I.S. si sono ingenuamente lasciati coinvolgere? Chi, in altre parole “c’è dietro”?
E qui la storia di questa colonna del giornalismo spregiudicato, illuminato ed indipendente italiano viene fuori. E, contrariamente, magari, alle apparenze ed al generale dissociarsi dalle antiche formule d’obbligo cui si sono piegati gli ex comunisti (che, oramai nemmeno si ricordano più del P.C.I., del Cominform e, soprattutto della loro tessera) viene fuori la coerenza del tetragono ex inviato speciale o corrispondente da Mosca dell’Unità, “Giornale fondato da Antonio Gramsci”, “Organo del P.C.I.”.
C’è dietro, manco a dirlo la C.I.A.
Giulietto non la nomina, più per scaramanzia, credo, che per incertezza, ma è più che chiaro: “sappiamo che i Servizi Segreti Europei, tutti chi più e chi meno, sono filiali di altri Servizi Segreti.”.
E perché queste stragi? Ma è chiaro: “Sono bombe contro l’Europa (fin qui è chiaro!) per renderla uno straccio subalterno all’Impero (gli U.S.A.) per trascinarla in guerra…terrorizzata, per mettere la museruola a tutti, anche ai recalcitranti” (ma non a lui!!).
Mi dicono che questo signore, dopo l’11 settembre espresse la sua ferrea convinzione che dietro l’attacco alle Torri Gemelle ci fosse la C.I.A.
Pare, invece che non abbia mai sostenuto che la C.I.A. abbia simulato l’attacco giapponese a Pearl Harbor. Ma solo perché allora la C.I.A. ancora non c’era.
E poi: “Per questo non scoprono niente, perché non sono in condizione di indagare”.
A parte il fatto che è stato scoperto abbastanza e che il problema è quello di cosa fare non di aver lumi su “chi è stato”, questo è un autentico capolavoro di dietrologia. Ma anche di coerenza di un comunista cui va riconosciuto il merito (si fa per dire) di non essersi preoccupato troppo di mutare la casacca stalinista. C’era allora la C.I.A. dietro tutto quello che non era proprio gradevole. Dietro le B.R. e, magari, dietro l’assassinio di Moro. Oggi la C.I.A. è “dietro” (o, magari, avanti), all’I.S.I.S.
E poi dicono che in questo Paese non c’è più chi abbia un po’ di coerenza!
24.03.2016
Mauro Mellini