Conoscere per deliberare
di Giovanni Di Carlo
Ho cominciato ad ascoltare Radio Radicale all’età di sette anni.
Mio padre, accompagnandomi a scuola ogni mattina, accendeva l’autoradio addirittura prima di allacciare la cintura, diffondendo nell’automobile, dopo qualche nota del requiem di Mozart, la rauca voce di Massimo Bordin, del quale ritengo di essere stato uno degli ammiratori più giovani.
Il primo ricordo che ho della radio è esattamente legato alla sua rassegna stampa quotidiana, Stampa e Regime, l’unica ad analizzare dettagliatamente i singoli quotidiani ed a mettere in luce in maniera brillante e, talvolta, ironica le controversie spesso presenti sulla carta stampata.
Ancora oggi, dopo quattordici anni, mi considero un fedele ascoltatore di Radio Radicale, che mi tiene compagnia durante i miei quotidiani viaggi in auto e nelle notti insonni alle quali talvolta sono condannato.
Questo essenziale strumento di informazione è l’unico ad interessarsi ed a descrivere in maniera oggettiva le realtà africana e mediorientale, a dar voce agli ultimi ed ai dimenticati grazie alla rubrica Radio Carcere, a trasmettere integralmente le sedute del Parlamento ed ad occuparsi concretamente di giustizia e, soprattutto, malagiustizia.
Grazie a Radio Radicale mi sono avvicinato a Marco Pannella, ai suoi interminabili e tabagisti confronti con Bordin durante le affascinanti conversazioni domenicali, alla sua appassionata e carismatica oratoria ed ai suoi cupi colpi di tosse, che hanno scandito il mio rapido e prematuro avvicinamento alla politica ed alla cultura radicale.
Nei giorni scorsi, Vito Crimi, sottosegretario all’editoria, ha annunciato il dimezzamento dei fondi di finanziamento pubblico destinati alla radio, condannandola probabilmente a chiudere presto i battenti.
Da sempre Radio Radicale trasmette e promuove l’inestimabile valore del diritto alla conoscenza, del diritto ad informarsi, ad informare ed essere informati, un principio essenziale sotto il peso del quale rischia di essere definitivamente schiacciata.
Non spegnete la radio che insegna a conoscere per deliberare. Non spegnetela.